venerdì 15 febbraio 2008

San Valentino

...per san valentino nn volevo...o c.que nn c'era l'idea di farsi regali...insomma ogni giorno è AMORE...quindi ogni giorno mi devo ricordare della mia metà...solo dei pensieri...delle idee creative...delle cose create da noi...e questa è la stupenda "storia" scritta da mio marito e che mi sono trovata davanti facendo colazione...
Che romantico...........mi sono commossa (anche magari per via dell'ormone facile)...ma per me è un regalo bellissimo...meglio di tanti gioielli (amore tu nn credere a questa frase :-)...o di tanti fiori ricevuti (anche qui nn ci crede :-)...

- GianAntonio Filippo Gregorio detto Pino, era un ragazzo qualunque, nel paese di Unoqualsiasi, su nel nord.
Bisogna sapere che Unoqualsiasi è uno di quei paesi come se ne trovano in ogni dove e, francamente, pure Pino no n era nulla di eccezionale.
La vita di Pino scorreva tranquilla, tra gli amici del circolo del biliardo azteco (molto raro e difficile da giocare a causa della clausola, ora in revisione presso il Comitato Olimpico, che il perdente di goni partita si deve mangiare la stecca), la famiglia con annesso cane ed il lavoro.
Ogni tanto, non spesso spesso, solo ogni dieci o dodici minuti, Pino pensava alla sua vita, a cosa stava facendo e dove sarebbe andato.
Ma sopratutto pensava a chi poteva accompagnarlo in questo lungo viaggio e sospirava, sospirava, sospirava dato che si vedeva solo. Sospirava così forte che in famiglia si girava solo e rigorosamente con sciarpa di lana, anche in pieno agosto, onde evitare di spendere una fracca di soldi per medicine contro il mal di gola.
Alla fine, Pino, si era quasi rassegnato, raccontando un pò di balle agli amici del circolino ed in famiglia, a restare solo, mentendo spudoratamente di quanto fosse contento di essere solo, di poter fare quello che voleva, di poter sognare in grande, lui!
E, appunto, Pino alla fine smise di vivere la vita vera, iniziando a sognare e sognare, spesso confondendo nella sua testolina malata ciò che era vero da ciò che voleva diventasse vero.
Nel frattempo si imbruttiva (non fisicamente! sarebbe stato impossibile peggiorare la situazione!), si incattiviva, si chiudeva ed intristiva: insomma, sembrava una mela mezza rinsecchita ogni giorno di più.
Fino a che ......
Fino a che Pino incontrò quasi per caso Maria Genoveffa Luigia Immacolata Bernarda, detta Ubalda.
Ubalda causò un terremoto nella vita di Pino, visto che quel ciuco di uno si era innamorato alla grandissim di stà Ubalda.
E più Ubalda si intrufolava nella vita di Pino e più Pino si spaventava.
Eh si! Pino era restato solo così tanto tempo e si era immerso nei suoi sogni e nella sua immaginazione che aveva paura di lasciarsi andare, di fidarsi di quel gran pezzo dell'Ubalda che invece gli stava offredno qualcosa di incredibilmente bello e nuovo.
E pino non capiva, non immaginava e faceva stupidate su stupidate, ferendo spesso i sentimenti della povera Ubalda.
Improvvisamente, una notte passata insonne (anche a causa della peperonata mangiata a cena), dopo una litigata furibonda con Ubalda, Pino si rese conto che tutti i sogni che aveva e faceva, tutto quello che si costruiva nel cervellino bacatao, erano...niente! Nulla, Nada de Nada!
La Vita, quella Vera, con la V maiuscola, era con Ubalda.
Da quel momento pur continuando a fare stupidate di tanto in tanto (da uno che si chiama Gian Antonio Filippo Gregorio Maria qualche stupidata ce lo si deve pur aspettare!), pino iniziò a Vivere Veramente, scoprendo quanto poca roba fossero i suoi sogni, scoprendo cosa sia la felicità.

1 commento:

Anonimo ha detto...

No no, ormai ho letto e ci credo! Io credo a quello che mi dici eh!!!

Son contento ti sia piaciuta la storia.. Non è nulla di che, ma spero ti faccia capire cosa provo per te, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto, pensiero dopo pensiero.